Torre campanaria Noaleph Raffaello Pellizzon Otus Noale

La città è da sempre considerata uno snodo viario di estrema importanza tre Treviso, Padova e Venezia.
L’origine di Noale risale intorno all’ottavo secolo, il primo documento ritrovato è del 982.

Nel primo periodo della sua storia è stata libera comunità del territorio trevigiano, nel 1158 passò sotto la signoria dei Tempesta, Avogari del Vescovo di Treviso. Fu teatro di guerre e scorrerie, subì gli assedi di Ezzelino da Romano “il Tiranno”, sotto il cui dominio si cominciò a costruire il Castello e le Torri.

Successivamente passò sotto il dominio della Serenissima Repubblica di Venezia e poi degli Austriaci. Appartenne alla provincia di Vicenza, di Padova e infine dal 1853 a quella di Venezia.
Il comune è formato dal capoluogo Noale e dalle frazioni di Briana, Cappelletta e Moniego.

E’ stata patria di molti uomini illustri, tra i quali Pietro Fortunato Calvi (1817-1855) martire per l’indipendenza, Egisto Lancerotto (1847-1916) pittore, Luigi Picchini (1856-1954) medico e scrittore, Aurelio De Pol (1876-1966) letterato.

Partendo dall’incrocio principale, basta uno sguardo per avere la visione d’insieme: l’acqua che la cinge tutt’attorno, le torri, gli spalti e gli altri elementi che definiscono la sua caratteristica struttura urbanistica e architettonica. Proprio percorrendo gli spalti si ha chiara l’idea di Noale Medievale, circondata e difesa dall’acqua, alimentata dal fiume Marzenego.

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